Accidia – la recensione
Al giorno d’oggi possiamo disporre di ogni tipo di lusso e piacere. Siamo fortunati: si potrebbe dire che non ci manchi proprio niente, eppure, per qualche ragione, non ne abbiamo la piena percezione.
Ci si alza la mattina, ma che fatica! Un caffè e una sigaretta, poi a lavoro, che sia davanti i libri o in ufficio. Magari tutto ciò che sembra servirci lo possediamo, eppure qualcosa non va.
Stanchezza e spossatezza, pensieri ricorrenti, difficoltà ad addormentarsi, fame irruente. Almeno una di queste pene sembra seguirci sempre, senza lasciarci mai. E a fine giornata, di nuovo, che fatica! Ma nessun sonno ristoratore sembra in grado di risollevarci dal vorticoso malessere entro cui siamo finiti. In qualche modo sembra proprio che siamo diventati, nel corpo e nella mente, accidiosi.
L’arte dell’essere felici: il Ben-essere
Corpo e mente sono strettamente collegati ed entrambi in continuo cambiamento: è per questo motivo che per raggiungere una condizione di benessere che non sia semplice assenza di malattia, entrambi hanno bisogno di costante attenzione e molta cura.
Cosa sono infatti i pensieri e le emozioni, se non trasmissioni neuronali? E cosa sono i neuroni, se non corpo, materia? La cura di se stessi comincia perciò dalla cura del corpo, ciò che davvero possediamo al mondo e ciò che è in grado di fornirci l’energia giusta per vivere bene.
E come per tutte le arti, anche la via al benessere è fatta di impegno, talvolta errori, un po’ di sudore (letteralmente), tempo e tanta pazienza. Ma si parte a piccoli passi, sempre, per ritrovare l’amore che serve per vivere bene.
Accidia: che gran peccato!
Siamo abituati a parlare di questa condizione (l’accidia) in termini di peccato, soprattutto a causa del radicato pensiero religioso cattolico. Ed è ancora un volta per sovrapposizione degli stessi schemi cattolici, che abbiamo imparato ad associare il concetto di “peccato” ad un doveroso e profondo senso di colpa. Un senso di colpa tuttavia che spesso si dimostra, paradossalmente, paralizzante. Eppure questo non è l’unico significato della parola “peccato”.
L’accidia è proprio l’ostacolo principale che ognuno deve imparare a sormontare, con i propri mezzi e tempi, per incamminarsi lungo la strada che porta al benessere.
Quando vediamo un palloncino alto alto volare via, una pallina di gelato che si scioglie sul marciapiede, un bell’oggetto eroso e sciupato dal tempo: in tutti questi casi forse è una sola la cosa che ci verrebbe da dire: “Che gran peccato!”
Accidia. Dall’esistere, all’essere
Insomma si tratta di un tema ampio e interessante su cui, potremmo dire, si può scrivere un libro intero.
Proprio ciò che ha fatto, esplorandolo in ambito pragmatico, un mio caro amico. Sto parlando di Francesco Menconi, qualcuno che ha vissuto sin da piccolo nel movimento, l’ha esplorato e vi è maturato dentro, amandolo a tal punto da voler condividere con il maggior numero di persone possibili ciò che negli anni ha appreso, tramite i libri e il suo proprio corpo.
In Accidia. Dall’esistere, all’essere Francesco esplora gli effetti fisici di una condizione tanto diffusa come quella, per l’appunto, accidiosa. In modo chiaro vengono forniti, senza cadere mai nel pedante, giusti approfondimenti teorici, amalgamando assieme precise nozioni tecniche a numerose ed interessanti citazioni, esperienze di vita (di sé e di coloro che lo hanno incontrato) e anche un po’ di sana e divertente ironia. Una lettura che entusiasma e che si dimostra ad ogni pagina energizzante, capace di far cambiare rotta verso abitudini, cure e attenzioni volte sempre alla salute del proprio corpo.
Si tratta di un tema che non solo mi sta tanto a cuore, ma che possiede robusti collegamenti diretti con il mio ambito professionale, quello della psicologia. E’ per questo che ho sentito di poter fornire il mio contributo, mettendo a disposizione, all’interno di una sezione del testo, le conoscenze che il mio mestiere mi ha insegnato.
Tutte le informazioni inerenti al libro, si possono trovare qui:
Per saperne di più su Francesco e la sua professione, ecco il suo blog:
www.francescomenconi.it
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