Giudizio Universale
Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu!
Tutti presumiamo di sapere cosa sia il giudizio, che valenza abbia, se sia più o meno efficace, opportuno, giusto ecc. ecc… Tutti diciamo che non si dovrebbe giudicare oppure che sia “naturale” farlo. Tutti sosteniamo di non essere interessati al giudizio degli altri. Insomma, non c’è nulla di più soggettivo del giudizio e delle opinioni che lo riguardano.
Solo una cosa è accertata: la paura del giudizio condiziona la vita di moltissime persone fino a comprometterne, in maniera importante, le funzioni vitali.
Cos’è il giudizio?
Qualsiasi pensiero, idea con valenza positiva o negativa, di intensità variabile, rivolta verso qualcosa di esterno o interno a se stessi.
Spesso però non ci si rende nemmeno conto di mettere in atto il meccanismo del giudicare e questo accade soprattutto quando il giudizio è rivolto verso la propria persona:
“Non ce l‘ho fatta”
“Io dovrei essere più bravo”
“Non riesco a concentrarmi”
“Come al solito sono un disastro”
“Non sarò mai in grado di…”
“Sono pigra”
“Sono grasso”
Insomma, queste sono solo poche tra gli innumerevoli giudizi che ogni giorno affollano il nostro pensiero creando di fatto un inquinamento tale da soffocare le nostre reali possibilità.
Ciò che veramente può aiutarci ad esprimere le nostre risorse, a migliorare le nostre abilità è la consapevolezza.
Ma se pensiamo che giudicarci continuamente possa renderci consapevoli e quindi attuare un miglioramento, ecco, ci sbagliamo di grosso.
Perché?
Perché per attuare un cambiamento, un miglioramento ci vuole una spinta positiva, energia positiva, aria pulita ed il giudizio continuo porta negatività: ogni giudizio che rivolgiamo a noi stessi o che ci facciamo addossare equivale ad un sasso sulle spalle, nello stomaco. Sasso dopo sasso come facciamo a sollevarci? Se sprechiamo tutta la nostra energia a sollevare sassi INUTILI, come potremo avere le idee chiare e concentrarci e incamminarci verso il nostro benessere?
La paura del giudizio degli altri
Questa paura attanaglia tutti, chi più chi meno.
Condiziona il nostro comportamento, ci fa tremare in situazioni pubbliche e questo può essere naturale per il semplice motivo che siamo animali sociali e per vivere bene abbiamo bisogno di socialità, di essere accettati dagli altri, di condividere con altri momenti importanti della vita o, semplicemente, per avere un confronto su cui basare il nostro pensiero ed il nostro comportamento.
Il problema sorge nel momento in cui la paura del giudizio altrui ci nega la libertà di sentire, pensare ed agire come noi riteniamo opportuno. Purtroppo, questo succede molte volte durante la giornata. Temiamo di non essere accettati per qualche aspetto, fisico, sociale, economico. Abbiamo paura dell’umiliazione, dell’esclusione, dell’emarginazione, del non sentirsi compresi.
Come posso liberarmi della paura del giudizio?
Il primo passo è ammettere di averne paura. Se nascondiamo sotto il tappeto questo nostro sentimento, questa nostra debolezza in modo da non mostrarla agli altri, la renderemo sempre meno visibile anche a noi stessi. Ma si sa che lo sporco sotto al tappeto si accumula fino a diventare una vera e propria porcheria ed infine esce fuori un sacco di sporcizia che necessita di più fatica per essere rimossa.
Quindi osserviamo la nostra paura e poi pensiamoci un po’ su.
Non essere giudicati è impossibile, quindi non si può fare altro che accettarlo.
Perché ci giudicano?
Chi ci giudica?
Che intenzione può avere? Invidia, preoccupazione benevola, noia, insoddisfazione e frustrazione nella sua vita, amicizia sincera… possono essere alcuni dei moventi che portano gli altri a giudicarci.
Sono estranei o conoscenti?
Ora, qualora dovessimo renderci conto che il giudizio possa essere fondato il miglior modo di affrontarlo è approfittarne! Grazie a quel giudizio possiamo renderci consapevoli di ciò che nemmeno a noi piace di noi stessi e cercare di migliorarci.
In tutti gli altri casi bisogna solo accettare ciò che è LA REALTÀ delle cose: non si può piacere a tutti. Nemmeno a noi piacciono tutti. E se non piacciamo a qualcuno che per noi è importante allora dovremmo farcene una ragione. Perché SIAMO IMPERFETTI e questo è un fatto.
Scollarsi di dosso la paura del giudizio vuol dire sentirsi liberi di fare delle scelte che altrimenti saremmo costretti a rimandare perennemente.
Chiediamoci infine:
Quando è stata l’ultima volta che ho seguito le mie reali preferenze senza ascoltare qualcun altro? Quando è stata l’ultima volta che ho fatto ciò che veramente volevo fare? Quando è stata l’ultima volta che ho vissuto in modo autentico?
Articoli collegati
Teorie integrate sulle emozioni
L’EMOZIONE è una reazione affettiva intensa con insorgenza acuta e di breve...
Dalla famiglia all’individuo (Murray Bowen)
Un concetto che inizialmente potrebbe sembrare minoritario, ad una prima lettura...